Berserk Realm - reloaded
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Approfondimenti > 83: Il capitolo perduto e la concezione di Dio
 
 
Pubblicato inizialmente in Giappone su Young Animal ( la rivista su cui e’ serializzato Berserk prima di essere trasposto su tankobon ), l’originale capitolo 83 di Berserk non e’ mai uscito fuori dal Giappone per diverse motivazioni. Si tratta in effetti di un capitolo sicuramente spinoso, ma di certo e’ anche estremamente chiarificatore riguardo la concezione di Dio in questo manga, ed il perche’ della scelta di nomi quali “Apostoli” o la stessa “Mano di Dio” ad indicare in realtà creature demoniache o comunque appartenenti alle forze del Male.
Nelle 17 pagine che compongono l’originale capitolo 83, Grifis ha un contatto diretto con Dio, sicuramente un Dio molto diverso da come la religione ( qualunque essa sia ) in generale ci porta a immaginare. Il primo elemento che Miura mette in rilievo e’ uno: Dio puo’ esistere, ma perche’ una creatura cosi’ grande, immensa e potente dovrebbe necessariamente essere buona? Perche’ la compassione? Perche' la nostra concezione di perfezione comprende anche la bonta' d'animo? Il Dio qui ricreato infatti ha una natura ben diversa: e’ il Dio originato dalla necessità di sapere dell’uomo. Perche’ l’uomo e’ una creatura fragile, insicura, si pone delle domande ed ha bisogno di affidarsi a certezze incrollabili per sopravvivere. Dio nasce da questo bisogno di sicurezza, esiste perche’ l’uomo stesso ha desiderato la sua esistenza, ne ha avuto bisogno. Il fatto che poi questo Dio sia a conti fatti un Dio del male e’ quasi consequenziale: essendo un Dio creato dal desiderio umano e dalla sua debolezza, tale Ente deve andare ad incarnare le caratteristiche piu’ profonde e radicate dell’uomo, le sue pulsioni e la sua natura piu’ vera, che non e’ di certo incline alla benevolenza, ma piu’ che altro propende verso la tensione alla sopraffazione, all’affermazione della superiorità del singolo, quindi all’assenza di tutti quei valori sui quali si fonda in linea molto generale la nostra morale. Dio e’ il male perche’ questa e’ la parte piu’ sincera e diretta dell’uomo, quella che non e' stata macchiata da una moralita' costruita solo in seguito. Per questo motivo nomi come “Mano di Dio”, o “Apostoli” assumono un significato diverso. E’ come guardare il loro significato cristiano e ribaltarlo dal lato opposto.
Il Dio trattato in questo capitolo esiste da tempi antichissimi, e da sempre regola e ordina il corso delle cose, definendo il destino di ogni uomo, guidando gli eventi nel modo in cui egli stabilisce che vadano. Si tratta di una concezione in sintesi fatalistica, si sta parlando di un destino guidato da un ordine trascendente la volontà umana.
Questo e’ in effetti un tema ricorrente nell’intera opera: Gatsu stesso e’ l’esempio dell’opposizione umana alla legge scritta del destino, la forza che puo’ essere capace di cambiare il corso delle cose.

E’ il Cavaliere del Teschio a spiegare a Gatsu che, per quanto nuoti, un pesce resta sempre nella corrente del fiume. Eppure quel pesce, nuotando, puo' muoverne la superficie.

 
 
 
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