Approfondimento di MASSIMILIANO
BRIGHEL.
L'uomo che un tempo era semplicemente chiamato
Temujin nacque nel 1167 nella Mongolia orientale
e, insieme alla famiglia, venne abbandonato
dalla sua tribù dopo l'avvelenamento
del padre compiuto dai suoi nemici politici.
Durante un'adolescenza movimentata in cui fu
tormentato dalla frase della madre "Tu
non hai altri compagni all'infuori della tua
ombra", Temujin si dimostrò un promettente
leader e guerriero. Tra il 1203 e il 1206, le
sue iniziative militari lo portarono a riprendere
il possesso dei domini paterni con un periodo
di campagne sanguinose e devastanti che lo fecero
diventare signore della Mongolia. Autoproclamatosi
Gengis Kahn, vale a dire "governatore oceanico
o universale" dei capi mongoli, il giovane
diventò in breve tempo il sovrano di
un impero immenso che andava dalla Mongolia
alla Cina e dalla Russia alla Polonia. La sua
leggendaria crudeltà fu probabilmente
dovuta più all'ambiente e alle tradizioni
tartare del tempo che non a una personale inclinazione.
Si narra che obbligasse i soldati a versare
la terra contenuta in un cappello prima e dopo
la battaglia: in tal modo poteva valutare le
perdite confrontando i due mucchi. Nello strutturare
il suo esercito, voi integrò soldati
provenienti da verie tribù in modo da
creare un maggiore rispetto verso di esso, poichè
non appartenente a un solo lignaggio. Rafforzava
in continuazione la disciplina, ricompensando
l'abilità e la fedeltà, e punendo
coloro che gli si opponevano. Ai suoi nemici
dava una semplice scelta: arrendersi e venire
schiavizzati, oppure morire. Un diktat che trova
un esempio lampante nell'assedio alla città
di Merv, importante per la bellezza dei suoi
palazzi, dei suoi giardini e delle sue biblioteche.
Qui, il Kahn pretese il pagamento di una grande
quantità di grano e la consegna delle
fanciulle più belle.
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